CALPROTECTINA
La calprotectina fecale deve essere presa in particolare considerazione > = 200 mcg/g.
Valori da 50 a 190 devono essere interpretati da un esperto.
Anche valori alti richiedono interpretazione e contestualizzazione!
C’è molta variabilità da un laboratorio all’altro.
A volte può valere la pena di ripeterla in laboratori diversi.
RISCHIO TUMORALE AUMENTATO NELLE MALATTIE CRONICHE INTESTINALI
Rischio tumorale aumentato nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD) (varia in base alla sede)
Retto Colite Ulcerosa –> carcinoma del colon
Crohn –> tumore del tenue
Il rischio però è ulteriormente aumentato se c’è familiarità di I°.
Prima colonscopia di sorveglianza nella colite ulcerosa: dopo 7 o 8 anni dalla diagnosi (o meglio dall’inizio della malattia). Sempre se non ci sono motivi clinici per eseguirla prima. Se l’andamento, in terapia, è regolare.
Se c’è solo proctite tale controllo non è prescritto perché il rischio è basso.
In questi controlli colonscopici è fondamentale eseguire la cromoendoscopia (se il centro endoscopico ne è dotato).
La mesalazina, anche a dosi di mantenimento, previene la degenerazione tumorale nelle IBD.
La mesalazina può essere assunta tutta in un’unica volta al giorno, ad esempio al mattino (o alla sera).
Secondo alcuni studi se ne avrebbe addirittura un lievissimo vantaggio (non si sa con quale meccanismo).
Noi preferiamo farla distribuire in due o tre diversi momenti della giornata.
Comunque, piuttosto di arrischiare che il paziente si dimentichi qualche dose, meglio prendere il farmaco tutto insieme.
E’ un farmaco molto ben tollerato.
C’è solo un 10% di persone che non la tollerano, con sintomi gastroenterici.
Non tutti i prodotti che la contengono sono uguali.
Questo è uno dei pochi casi in cui il farmaco generico può non essere uguale, anzi, spesso non è uguale al farmaco originale, scientificamente parlando.
Da un prodotto all’altro infatti cambia la strategia utilizzata per far arrivare il principio attivo nel punto preciso o nei tratti dell’intestino in cui deve agire (o si vuole che agisca), tratti di intestino che non sono uguali nei diversi pazienti.
In caso di necessità di utilizzo di un corticosteroide in una IBD che non risponde alla sola mesalazina, in molti casi è preferibile optare per la budesonide che è un corticosteroide topico con un metabolismo epatico. Nel fegato viene degradato in una forma inattiva che non ha effetti sistemici, mettendo al riparo dai temibili effetti collaterali dei costicosteroidi sistemici (prednisone e metilprednisolone, che pure sono necessari nei casi più gravi, per periodi limitati).
Anche la budesonide deve essere utilizzata per periodi limitati.
Non arrivando, se non in minima parte, come forma attiva, nel circolo sistemico, non agisce sull’asse ipotalamico-ipofisario perciò non necessita tassativamente di ridurne la dose gradualmente prima di sospenderlo. Cosa che deve essere fatta regolarmente e con molta sapienza dal medico esperto per i corticosteroidi sistemici.
Ci sono due forme di budesonide, una per la Malattia di Crohn che arriva e agisce principalmente a livello dell’ileo, dove tale malattia è di solito più presente e grave. Però tale prodotto arriva poco al colon, specie distale e dunque è meno efficace nella colite ulcerosa.
L’altra forma farmacologica di budesonide è stata studiata per la colite ulcerosa e, tramite un driver, arriva attiva a tutto il colon, potendo essere usata anche nelle forme molto distali, anche nelle sole proctiti.
PROBIOTICI (i cosiddetti fermenti lattici)
Non sono tutti uguali!
Uno per cui ci sono maggiori dimostrazioni di efficacia in varie forme di malattie intestinali è il Saccharomyces Boulardii, efficace ad esempio nella diarrea da antibiotici.
Non essendo un battere (molti probiotici sono batteri, batteri “buoni” che si oppongono ai batteri patogeni!), bensì un lievito, non è distrutto né inibito dagli antibiotici, perciò può essere somministrato già durante la terapia antibiotica e non solo dopo come sarebbe razionale fare con altri probiotici batterici.
E’ stata dimostrato un potenziamento di efficacia aggiungendo il Saccharomyces Boulardii alla terapia di base per l’eradicazione dell’Helicobacter Pylori (costituita da un inibitore di pompa protonica più almeno due antibiotici), anche durante la terapia, non solo dopo.
Il Saccharomyces Boulardii e in generale i probiotici, sono prodotti terapeutici biologicamente molto attivi (sono batteri o lieviti che entrano nel nostro organismo), perciò dovrebbero essere prescritti dal medico e non assunti come automedicazione o venduti come farmaci da banco. Ci sono infatti segnalazioni ufficiali (AIFA) di effetti dannosi talvolta molto gravi (fino al decesso per sepsi). E, come già detto, non sono tutti uguali e possono avere indicazioni diverse.
PRESIDI MEDICO-CHIRURGICI IN GASTROENTEROLOGIA
Sono prodotti, molto utili in alcune condizioni gastroenterologiche, per esempio nella sindrome dell’intestino irritabile (a nostro giudizio, più probabilmente per la variante diarroica) e nel meteorismo intestinale, senza stipsi.
Si assumono per bocca ma non possono essere considerati né farmaci né integratori e nemmeno nutraceutici. Non vengono assorbiti. Non sono privi di controindicazioni e devono essere assunti con determinate avvertenze che devono essere fornite dal medico gastroenterologo (innanzi tutto, lontano dai pasti e dai farmaci).
Si tenga presente che, benchè non rimborsati dal SSN, la spesa per il loro acquisto è detraibile dalle imposte.